Verifica fine capitolo P. 334

1)

a. Vero
b. Vero
c. Falso
d. Vero
e. Falso
f. Vero

2)

a. Alle istituzioni educative   (c)
b. Charles Wright Mills      (b)
c. Anche negli spazi del tempo libero l'individuo è assertivo al sistema produttivo      (d)

3)

a. Postulato del Funzionalismo universale
b. Apparati ideologici di Stato (AIS)
c. Interazionismo simbolico

4)

a. In sociologia esistono due diversi approcci: l'approccio macrosociologico e l'approccio microsociologico. Il primo, come intuibile dal nome, si riferisce ad oggetti di ricerca sociologica più "ampi", come intere istituzioni e strutture. L'approccio microsociologico, al contrario, si dedica alla ricerca di oggetti più "ristretti", come i singoli individui.

b. Parsons categorizza quelli che cui chiama "ruoli" (ovvero, prerogative e compiti derivati dall'appartenenza di un soggetto ad una certa posizione) attraverso cinque coppie di condizioni che egli chiama "variabili strutturali" e che servono, appunto, a definire le caratteristiche di un certo ruolo. Per esempio, un dottore avrà un orientamento in vista della collettività, mentre un uomo d'affari avrà un orientamento in vista dell'ego, quindi focalizzato sul tornaconto personale. Altre coppie di condizioni sono affettività / anaffettività, realizzazione / attribuzione, universalità / particolarismo, specificità / diffusione.

5)

a. Robert Merton, sociologo funzionalista statunitense, riteneva a suo tempo che la sociologia fosse soggetta a generalizzazioni troppo astratte e quindi inconcludenti e incapaci di spiegare i contesti sociali osservati. Secondo Merton, quest'eccessiva astrazione è presente, per esempio, nel'impostazione di Parsons, anch'egli sociologo funzionalista. Merton mette quindi in discussione i tre postulati fondamentali del funzionalismo: il primo postulato, "dell'unità funzionale", stabilisce che tutti gli elementi di un dato assetto sociale concorrono alla sopravvivenza dello stesso; Merton afferma che ciò è corretto se parlando di società "semplici" o piccole comunità, come quelle studiate dagli antropologi, ma non è applicabile in società complesse in cui esistono realtà completamente diverse tra loro.
Il postulato del funzionalismo universale afferma poi che l'esistenza di una determinata pratica è di per sé sufficiente a supporne una funzione e un'utilità; Merton smentisce questo assunto mostrando come esistono forme sociali che col tempo hanno perso la loro funzione o sono diventate disfunzionali.
Infine, il postulato dell'indispensabilità funzionale afferma l'esistenza di una corrispondenza biunivoca tra le istituzioni sociali e i rispettivi imperativi funzionali; Merton dimostra però come un singolo compito possa essere svolto da più istituzioni, o invece come una singola istituzione possa svolgere più compiti (introducendo inoltre la distinzione tra "funzioni manifeste" e "funzioni latenti").


b. Nel corso del XX secolo la sociologia è soggetta ad enormi e continui sviluppi, dati dalla nascita di nuove prospettive sociologiche che però non assumono o definiscono nuove posizioni o postulati, bensì riprendono le impostazioni di quelli che vengono definiti "padri fondatori" della sociologia (quali Marx, Weber e Durkheim) e le sviluppano. Esempi di queste nuove prospettive sono il funzionalismo, derivato dalla nozione di società coniata da Durkheim, che considera la società alla stregua di un organismo vivente in cui tutti gli elementi sono interdipendenti; le cosiddette teorie del conflitto, generate dalla visione Marxista della società, secondo la quale all'interno di essa vige un costante conflitto di classi, nel cui la classe dominante non solo ha il controllo dei mezzi di produzione e sulla ricchezza economica, ma anche su ciò che la classe lavoratrice pensa e fa; le sociologie comprendenti, sviluppate a partire dall'idea di Max Weber che l'oggetto di studio della sociologia debbano essere le azioni sociali degli individui, adottando quindi un approccio microsociologico, in contrasto con quello macrosociologico delle due altre correnti sopraelencate.


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